incisore
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San Giorgio, il drago
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La storia di San Giorgio è raccolta da Jacopo da Varagine nella Legenda Aurea (1265).
Giorgio, un militare romano e una specie di cavaliere errante,
originario della
Cappadocia era di fede cristiana. Apostolo su un cavallo bianco giunse
un giorno nella città di Silene in Libia, funestata dalla presenza di
un
un terribile drago, la cui spaventosa ferocia poteva essere contenuta
solo con sacrifici umani. Fu proprio il 'soldato di Cristo' a salvare
dalle fauci sanguinarie del mostro la figlia del re e come ricompensa volle solo
che il popolo si convertisse al Cristianesimo ricevendo il battesimo. Pur
nella mancanza di evidenze
storiche, il Santo giovane e salvatore è diventato, soprattutto
dopo le Crociate, un eroe della Cristianità, una
figura in cui si intrecciano leggenda, simbolismo teologico e
iconografia cavalleresca. Coraggioso difensore della Fede e delle Virtù
cristiane da ogni forma di minaccia maligna, San Giorgio è uno dei
santi più popolari e venerati e in questa veste rappresentato nella
sterminata iconografia nel corso dei secoli ( Paolo Uccello, Raffaello e Carpaccio).
Il suo racconto
ricalca un antico archetipo classico (il mito dell'eroe greco Perseo
che salva Andromeda dal mostro marino) ma nel mondo cristiano esemplifica la lotta del Bene contro il Male sulla Terra, sul
modello di quella condotta in Cielo dall’arcangelo Michele
nell'Apocalisse. Quella del Santo però non è una lotta cosmica e
metafisica contro il Male Assoluto, ma una lotta che ha per teatro
l'anima dell'uomo contro un Male mostruoso ma terreno e morale, un Male che deve pur
esistere perché il Bene sia riconosciuto e scelto e possa quindi
trionfare.
Il drago-Male dell'incisione, trapassato dalla lancia di San Giorgio,
nell'agonia della fine, sembra rivelare dentro di sé, una traccia di
quel divino che gli ha concesso di esistere, anche solo per essere
sconfitto.
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